venerdì 28 agosto 2009

ARCHITETTURA METAFISCA

"Ciò che la scienza può raggiungere -affermava Poincarè, lo scienziato francese fondatore delle geometrie non euclidee- non sono le cose stesse [...], ma solo le relazioni tra le cose. Al di fuori di queste relazioni non esiste realtà conoscibile".
Il numero è un simbolo. La sua importanza oggi decade e si relativizza: ciò che conta non è più quantificare (l'universo, come nel rinascimento), ma il solo rapporto tra le parti (la forma, cfr F. Bigotti in 'La mente che ordina i segni, ed. Aracne, 2009). Anche in architettura, con l'eliminazione dei passaggi intermedi dal progetto alla realizzazione -ottenuto grazie alle tecnologie CAM-, l'architetto può benissimo fare a meno di utilizzare numeri e procedendo attraverso un processo relazionale a cascata, per cui data una dimensione simbolicamente "vera" -ovvero in grado di ospitare agevolmente funzioni ecc- le altre forme possono esserne ricavate attraverso rapporti scalari .1 .2 .3 ecc. Le relazioni assumono ruolo primario nella progettazione; l'anteprima di AutoCad 2010 svela nuove funzioni parametriche, che permette di agire sugli enti attraverso operazioni parametriche tipo 'uguale, coincidente, parallela, ortogonale, allineato', ecc. Ciò implementa il cambiamento che sta avvenendo nella maniera di progettare e concepire la forma dello spazio come relazione tra le parti.
Dopotutto l'artificio del simbolo numerico ha la sua forza in un ambiente puramente fisico-concreto, nella contabilità, ma trascendendo al piano meta-fisico, una qualsiasi numerazione appare inutile, non costituente un incremento conoscitivo; ciò è più vero se si pensa al legame con la logica, in cui sono ammessi parametri come quelli booleani del true/false, o quelli della logica classica uno, alcuni, tutti, nessuno, è, non è, ecc. Anche l'architetto greco Takis Zenetos, aveva individuato che: "Non esiste l'invenzione. Innovazione è l'aggiunta di informazioni a ciò che già esiste", ponendo l'esistente su un piano base sul quale poter carpire informazioni che già erano lì.
Il livello di astrazione raggiunto grazie ai modelli realizzati all'interno del mezzo informatico, non hanno dopotutto alcun rapporto con la realtà fino al trasporto in questa; finitezza e infinitezza sono due concetti che si scontrano. Le teorie del caos, inoltre, hanno dato un duro colpo alle scienze, che pretendevano di generalizzare le proprie leggi all'intero sistema universale, concependo un Universo "creato", nel quale gli scienziati riuscivano ad individuarne le leggi fondamentali.


Nessun commento:

Posta un commento